"...il più bel sogno fu il sogno non sognato e il miglior bacio quello non restituito..."

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lunedì 24 maggio 2010

War is over

La tragedia della guerra raccontata dalla musica: dalle proteste di Bob Dylan alla struggenza narrativa di De Andrè, passando per la critica riflessiva di De Gregori e a quella sfrontata e corrosiva dei Doors.

La guerra è sempre stato uno degli argomenti più ricorrenti nella cultura della musica rock.

La tragicità che caratterizza la guerra si presta a narrazioni letterarie, trasposizioni cinematografiche, ma anche nella musica trova largo spazio, soprattutto a partire dagli anni '60.

In quegli anni si assiste ad una rivoluzione culturale che nel '68 tocca il suo apice. Sono gli anni in cui Bob Dylan protesta per le città americane con "Blowin in the wind"; i Beatles "fabbricano "la musica moderna consegnando album come "Sgt Pepper lonley hearts club band"; i Doors e gli altri promotori della psichedelia spopolano fra i giovani. Nel frattempo gli USA stanno combattendo la guerra in Vietnam che diventerà la prima sconfitta militare americana. Proprio il Vietnam è il leit motiv di tanta produzione musicale del periodo, dove le proteste e le contestazioni si susseguivano per tutta l'America e l'Europa.
The Unknown soldier em>dei Doors esprime in pieno il sentimento di rifiuto nei confronti della guerra della società americana: Jim Morrison in questo caso canta a squarciagola War is over nelle ultime battute che precedono un frastuono musicale che ricorda l'inferno e il caos che caratterizza gli scontri bellici. La canzone acquista maggiore significanza se si considera che il padre di Jim Morrison è un marine impegnato proprio nei mari Vietnamiti, e il fatto che il figlio di un militare contesti una causa (sbagliata) nazionale la dice lunga sull'importanza che può avere l'arte della musica in particolare.
Ma anche in Italia esiste una produzione musicale critica nei confronti della guerra; tra gli 60' e '70 la canzone italiana si evolve e nasce la canzone d'autore, di taglio più elevato rispetto alla classica melodia italiana, e con una concentrazione maggiore sul sociale e politico. Cantautori come Fabrizio De Andrè, Francesco Guccini e Francesco De Gregori sono tra i massimi "critici" della guerra in campo musicale. Le loro canzoni raccontano la guerra, vista da un protagonista principale (La guerra di Piero) o narrando un ipotetico ritorno a casa dei soldati (Generale).
Proprio in Francesco De Gregori si rintraccia spesso il tema della guerra, che ricorre spesso anche in canzoni che non hanno un immediato riferimento bellico .
La musica, come il cinema e la letteratura, deve sempre rivendicare i suoi diritti di riflessione , perchè è sempre stato uno strumento di libertà di espressione molto efficace e condannare una guerra in musica può senz'altro aiutare a mobilitare l'establishment politico-economico che spesso trae vantaggio dalle disgrazie che causa una guerra a scapito dei milioni di civili che muoiono per un motivo che non conoscono.


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Ecco le strade californiane dove si aggiravano i Doors durante la protesta contro la guerra














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